Mangiate
poco, bene e vegetariano
Da bambino aveva deciso di
diventare vegetariano per amore degli animali. Da grande i suoi studi gli hanno
confermato che ciò che si fa per amore di un essere vivente apporta benessere
anche agli altri esseri viventi e a tutto il pianeta, perché una dieta
vegetariana non solo previene molte malattie tra cui i tumori, ma è anche
l'unica sostenibile per l'uomo e l'ambiente. Quel bambino è il professor
Umberto Veronesi, oggi uno dei più prestigiosi scienziati a livello internazionale
nel campo dell'oncologia, creatore della Fondazione che porta il suo nome e che
ha come scopo il progresso della scienza per migliorare la qualità di vita di
tutti noi.
Intervista al Prof. Umberto
Veronesi
Un buon rapporto con il
cibo s'instaura nell'infanzia. Come è stata la sua, sotto questo aspetto?
Sono nato in una grande
famiglia di origini agricole, in una cascina in mezzo alla campagna lombarda.
Facevamo una vita semplice e naturale. lo e i miei fratelli siamo cresciuti in
maniera molto spartana. Il cibo era un premio - e non un mezzo di ricatto
psicologico come lo è oggi - e simbolo della convivialità. Il momento del pasto
era un momento di gioia e celebrazione dell'unione familiare. Ho molti ricordi
piacevoli associati ai pranzi dei giorni di festa. La mia infanzia e
adolescenza si sono nutrite dei valori di quel mondo: da bambino raccoglievo il
grano e i miei tempi erano scanditi dalle mietiture e dalle semine. Da qui,
credo, nasce il mio rapporto strettissimo con la natura e il mio profondo
rispetto, direi amore, per le piante e per gli animali. Ho trascorso l'infanzia
circondato da vitelli, agnelli, puledri, e tanti animali che consideravo miei
amici. Crescendo, il solo pensiero del loro massacro è diventato per me
inaccettabile. Un ricordo terribile che non mi ha mai lasciato è quello
dell'uccisione dei maiali. Ho ancora nelle orecchie le loro urla quasi umane e
negli occhi la violenza della loro morte.
Quando ha individuato il
cibo come elemento essenziale per la salute?
Appena ho incominciato a
occuparmi di oncologia. All'epoca si iniziavano a ricercare le cause dei tumori
nell'ambiente esterno, i cosiddetti agenti cancerogeni, e dai primi dati
epidemiologici si capì che l'alimentazione giocava un ruolo importante. Oggi la
genetica ci conferma questa tesi: sappiamo che esistono molecole che causano
alcuni tumori e altre che ci proteggono.
Quali sono le abitudini
alimentari più salutari e che scoraggiano la formazione dei tumori?
Direi soprattutto
l'autocontrollo e la moderazione nell'alimentarsi. Tutte le principali civiltà
antiche consideravano la frugalità, e spesso anche il digiuno, come mezzi per
purificare l'organismo, oltre che forme di ascesi per favorire la riflessione e
la concentrazione. Queste indicazioni sono ritenute valide ancora oggi,
avvallate da osservazioni scientifiche. Dal punto di vista oncologico è
indubbio che mangiare poco, in generale, riduce il rischio di sviluppare un
tumore. L'equazione è: meno cibo=meno cancro. Può sembrare semplicistico, ma
non lo è. Abbiamo scoperto che il cancro è una malattia causata da un danno
provocato al nostro Dna da fattori esterni. E fra questi fattori ci sono
certamente molte sostanze che introduciamo attraverso l'alimentazione.
Riducendo la quantità globale di cibo non possiamo dunque che ridurre il nostro
rischio di avvelenarci.
Ci sono state negli ultimi
anni scoperte eclatanti per quanto riguarda la prevenzione?
Ho già citato una scoperta, ed
è di tipo epidemiologico. All'inizio degli anni '80, l'Accademia delle Scienze
degli Stati Uniti è giunta alla conclusione che, dopo il fumo di tabacco, i
fattori dietetici e nutrizionali sono i più rilevanti nello sviluppo dei tumori
e all'origine di circa un terzo di tutte le morti per cancro nei Paesi
sviluppati. D'altra parte, numerosissimi studi epidemiologici indicavano che
alcuni alimenti, come la frutta e la verdura, avevano invece un valore
protettivo, e che un'alimentazione adeguata, povera di carne e ricca di
alimenti vegetali, può aiutarci a prevenire i tumori. In seguito si è capito
che questi cibi contengono antiossidanti che sono in grado di proteggere i
nostri geni da mutazioni che trasformano cellule sane in cellule tumorali. Più
recentemente è nata - ed è oggi in pieno sviluppo - la nutrigenomica, una nuova
disciplina scientifica che si occupa della relazione fra cibo e geni
individuali, per comprendere come ciascuno di noi reagisce agli alimenti che
consuma e come questi influenzano la comparsa di determinate malattie. Si
tratta di spiegare perché certi cibi sono dannosi per un individuo e innocui
per altri e viceversa. Sappiamo che la risposta è nei geni, meglio, nella loro
interazione con le sostanze che introduciamo nell'organismo. Negli ultimi anni
abbiamo scoperto, ad esempio, che alcuni geni, coinvolti nella regolazione dei
processi vitali della cellula, si attivano o si disattivano al variare delle
calorie che assumiamo, o alla presenza o meno di determinate sostanze nella
nostra dieta. L'obiettivo di questo complesso studio è quello di arrivare a
consigliare una dieta personalizzata per prevenire il tumore, ma anche
utilizzare diete arricchite di determinati composti come nuovo approccio
terapeutico.
Possiamo affermare che
esiste un 'alimentazione base che previene tutte le malattie?
Per quanto riguarda i tumori
dovremmo fare un distinguo, perché alcuni sono direttamente legati al cibo e
altri no. Comunque l'alimentazione che migliora il nostro stato di salute, e
che quindi in generale contribuisce a proteggere lorganismo dalle malattie, è
quella ricca di frutta e verdura, povera di grassi di origine animale e
soprattutto frugale. Anche il piacere della buona tavola è importante per la
salute.
Possiamo sfatare il mito
che le cose buone fanno male?
Non solo possiamo, dobbiamo
sfatare questo mito. Quello che bisogna evitare nel cibo sono gli eccessi, e la
regola d'oro è la moderazione. Quanto al gusto però ci possiamo sbizzarrire. Se
vogliamo, come faccio io, rinunciare alla carne, ci sono infinite combinazioni
di sapori con pasta, riso, verdure e spezie, dolci, frutta. Quanto all'ipotesi
buono uguale dannoso, basta un esempio per tutti: il cioccolato. E delizioso e
non fa male.
L'attività fisica assume
sempre più importanza nella prevenzione delle malattie: ci spiega perché?
Perché permette di controllare
il peso corporeo. Inoltre, un'attività fisica anche moderata, ma effettuata
quotidianamente, migliora il sistema immunitario. Non è ancora del tutto chiaro
il meccanismo per cui esercita un'azione anticancro, quindi nessun medico saprà
dire quale tipo di esercizio è migliore e quanto sport si deve praticare. Non
si sa neanche a che età è meglio cominciare, ma questo vale solo per il cancro:
l'attività fisica, infatti, è utile per la prevenzione delle malattie
cardiovascolari, per evitare l'osteoporosi e per molte altre cose. Quindi,
prima si comincia meglio è.
Quando e perché ha scelto
di diventare vegetariano?
Sono vegetariano da sempre, o
meglio da quando ho iniziato a scegliere la mia alimentazione. Come ho già
accennato, ha influito molto la mia infanzia. Vivendo insieme agli animali, ho
preso presto coscienza che i mammiferi sono evoluti, sono intelligenti, ti
riconoscono, ti seguono, ti amano, sono nevrotici, sono gelosi, hanno una
quantità di comportamenti quasi umani, per cui mi sembrava che facessero parte
della nostra famiglia. Da allora il pensiero di macellarli è per me
intollerabile. Dedicandomi poi alla ricerca contro il cancro, ho scoperto che
il consumo eccessivo di carne, come abbiamo già detto, è all'origine di alcune
forme di tumore e di altre malattie, come quelle cardiovascolari. Un ulteriore
sostegno alla mia scelta vegetariana viene anche dalla sua maggiore
sostenibilità. Ormai sappiamo che la carne è la causa principale
dell'ingiustizia alimentare nel mondo, fa sì che metà del pianeta muoia perché
per poco cibo e l'altra metà muoia perché ne ha troppo. Infine sono pacifista;
da uomo che ha vissuto la guerra in prima persona sono diventato intollerante
verso ogni forma di violenza, anche quella perpetrata nei confronti degli
animali, che non possono difendersi e far valere le proprie ragioni. La scelta
vegetariana è mia personale ed è, come ho detto, di origine filosofica, ma non
è nel mio carattere imporre nulla a nessuno con la forza dell'autorità. Ognuno
nella mia grande famiglia mangia come vuole. Dei miei sette figli, però, due
sono diventati vegetariani.
Intervista al Prof. Umberto
Veronesi tratta dalla rivista “Cucina Naturale”, marzo 2012
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