Lotus Birth: passaggio a questa vita, senza fretta
Da poche ore è nata Angelica, la bambina di
nostri ospiti, che sono diventati cari amici. I genitori di Angelica hanno scelto di farla
nascere con parto naturale in ospedale e con la “modalità” Lotus. Mi ha colpita
e mi sono subito documentata. Della “nascita Lotus” percepisco il grande valore
e il rispetto che viene rivolto ad un
esserino appena arrivato e che ha bisogno di tutte le attenzioni possibili. Ho sentito il desiderio di pubblicare uno
degli articoli che ho trovato attraverso i miei canali “social”, affinché più
persone ne vengano a conoscenza.
Alla fine degli anni ’70 è stato coniato il
termine Lotus Birth per indicare un metodo di parto che prevede di non recidere
il cordone ombelicale e nel lasciare il bambino collegato alla placenta dopo il
secondamento, fino al distacco spontaneo alcuni giorni dopo la nascita. Abbiamo
intervistato Susanna Swapana Hinnawi dell'associazione Lotus Birth Italia, per
avere una panoramica di questa pratica di nascita dolce e delle prospettive che
essa apre sia nel mondo scientifico che culturale e sociale.
S&C - Anche nel nostro paese
si sta diffondendo lentamente ma con costanza una pratica di nascita naturale
che prende il nome di “Lotus Birth” e che è stata descritta nell'unico libro in
assoluto oggi esistente sul tema e che è a cura di Shivam Rachana, Lotus Birth: il parto integrale. Ci potresti riassumere
di cosa si tratta e qual è l'origine del suo nome?
S.H. - Come hai ben detto nella tua introduzione, Lotus Birth è la modalità
di nascita nella quale non si recide il cordone ombelicale. Questo significa
che il neonato per alcuni giorni resta collegato alla propria placenta fino al
momento del distacco naturale. In genere, di media, occorrono 3-4 giorni. Il Lotus Birth parte da un semplice concetto,
ovvero che la placenta sia un organo, una parte del bambino stesso. Se pensiamo
che si è formata dalle stesse cellule che hanno formato il feto e che quindi ha
lo stesso identico DNA del bambino, non possiamo non considerare che, per il
neonato, la separazione da essa, e quindi da una parte di sé, sia una sorta di
amputazione. La modalità di questa nascita rispetta la
funzione di questo organo, che, quando il bambino vede la luce, è ancora vitale
e si esaurirà piano, piano nel corso dei giorni successivi. Lasciare che il bambino riceva tutti i
nutrienti e l’ossigeno del sangue che la placenta contiene, fino a trasfusione
completa, non fa altro che rinforzare il suo sistema immunitario e,
soprattutto, dà al bambino una buona garanzia di protezione cerebrale. La
respirazione prosegue da due fonti, quella placentare e quella polmonare, fino
alla completa stabilizzazione del sistema cardio-polmonare che alla nascita è
ancora immaturo.
Osservare un bambino nel periodo del LB,
conferma tangibilmente quanto questo processo sia fisiologico. Il distacco
spontaneo del cordone ombelicale avviene nel giro di pochi giorni dopo la
nascita e lascia un bellissimo bottoncino ombelicale, perfettamente
chiuso. Potrebbe sorgere il dubbio che la placenta, a
distanza di giorni, sia a rischio batterico, un ipotetico veicolo di
infezioni…in realtà, essa si prosciuga seccandosi e non ha mai generato alcun
tipo di sintomatologia infettiva. A dire il vero, è molto più rischiosa la
recisione del funicolo ombelicale che lascia una ferita aperta e che richiede
medicazioni. La modalità di non recidere il cordone alla
nascita sembra sia stata praticata anche dai primi pionieri americani che ha
prodotto una generazione di persone forti, sane e molto longeve.
È stato solo alla fine degli anni ’70 che la
pratica ha preso il nome dall’americana Clair Lotus Day che l’ha voluta per il
proprio bambino. Clair, in grado di vedere l’aura (campo
energetico) delle persone, aveva visto i danni provocati dal taglio del cordone
proprio nell’aura di chi lo aveva subito.
S&C - Ci sono molte culture che tradizionalmente
ricorrono o sono ricorse nel passato a questo tipo di parto, ma esistono dati
scientifici a ulteriore sostegno di questa pratica? Quali sono i benefici che
se ne possono trarre?
S.H. - Al momento non ci sono delle evidenze scientifiche che ne attestino la
validità o i benefici a lungo termine, ossia nella crescita del bambino nato
con il Lotus Birth. Del resto non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino
la necessità di tagliare di routine il cordone ombelicale. Ci sono invece tantissimi studi che
dimostrano i danni derivati da un taglio immediato, pratica purtroppo ancora
largamente diffusa negli ospedali. Finora, da quello che sappiamo, il Lotus
Birth si è sviluppato principalmente in Australia, grazie a Shivam Rachana e
negli Stati Uniti e Canada per merito di Jeannine Parvati Baker, soprattutto in
nascite avvenute a domicilio o in Centri di Nascita tenuti da ostetriche. In
questi casi, quindi, non si può avviare nessuno studio che abbia una valenza
scientifica.
È forse solo ora che la nostra associazione
si sta occupando di introdurlo nelle strutture pubbliche perché non resti una
possibilità fruibile solo da pochi fortunati. Attraverso il percorso delle
istituzioni ospedaliere si apre quindi la possibilità per avviare, quando i
numeri saranno un po’ maggiori, un vero e proprio studio scientifico. Per il momento abbiamo le testimonianze delle
mamme e delle ostetriche che sono già molto significative. Il Lotus Birth richiede un certo impegno
(forse più mentale che reale) nei giorni in cui la placenta è con il bambino,
ma ricambia con una serie di vantaggi importanti. Se il cordone resta intatto il bambino riceve
una consistente quantità di sangue che altrimenti resterebbe nella placenta: si
tratta di un terzo o addirittura del 50% del volume totale che ha prodotto nei
nove mesi.
Questo non è sangue in più, ma sangue che la
natura ha designato per il buon funzionamento organico del neonato: il sistema
cardio-respiratorio richiede una buona dose di sangue per potersi attivare
pienamente. Quando il bambino riceve tutto il sangue
previsto, accoglie una quantità di ferro che lo preserva dall’anemia per alcuni
anni. Riceve anche l’ossigeno, importantissima
garanzia di protezione per il cervello. La transizione della nascita che avviene in
modo graduale e nel rispetto dei tempi fisiologici del bambino fornisce le basi
ottimali per un positivo imprinting di nascita. In questo passaggio dolce è più
facile stabilire le basi del futuro legame madre-padre-bambino e il buon
successo nell’allattamento al seno.
La memoria di nascita resta per sempre nel
subconscio e il dolce approccio di questo modo di nascere, assicura creature
più serene e meno aggressive. Nella transizione graduale del Lotus Birth il
corpo energetico del bambino si completa e si rinforza con la presenza della
placenta che continua ad inviare i suoi messaggi energetici al neonato. Abbiamo
visto pulsazioni nella placenta anche al quinto giorno dopo la nascita.
S&C - C'è qualche controindicazione al Lotus Birth?
Si può utilizzare anche nel caso di parto cesareo?
S.H. - Non abbiamo potuto notare delle controindicazioni specifiche per un LB
se non in caso di vere e accertate patologie della placenta. Ma questo è ovvio. E direi che potrebbe essere controindicato
anche quando viene vista da parte dei genitori solo come una “tecnica”
finalizzata all’ottenimento di vantaggi, senza una vera e propria
consapevolezza di ciò che significa la nascita a livello spirituale ed
emozionale. Quando il cesareo viene richiesto dalla
donna, come a volte succede, per non avere la percezione del parto e svegliarsi
con il bimbo già fatto…lo sconsiglierei vivamente! Ma non per il fatto che non si possa fare
dopo un cesareo, anzi. Il bambino che nasce da cesareo, o i bambini nati
pretermine, sono quelli che ne beneficiano maggiormente per via delle maggiori
difficoltà respiratorie che presentano. Ci sono state in Italia due o tre nascite LB
in seguito a cesareo.
S&C - Nel mondo della medicina si parla delle
applicazioni dal punto di vista delle cellule staminali che è possibile isolare
anche dal cordone ombelicale. Qual è la situazione concreta a riguardo del
Lotus Birth? Quali le prospettive? Ci sono pericoli di un uso degenerativo di
queste pratiche?
S.H. - Innanzi tutto il Lotus Birth è in antitesi con la raccolta delle
cellule staminali che prevede il prelievo del sangue cordonale. È ovvia la riflessione: “Ma se il sangue del
cordone è così prezioso, cosa comporta al neonato il venirne privato?”. Cellule staminali o sangue del cordone sono
eufemismi per dire sangue del neonato. Il prelievo delle cellule staminali per la
raccolta deve essere di 80/100 cc., l’equivalente di un terzo del sangue del
neonato e deve avvenire entro i primi 10 secondi dalla nascita. Quindi è
esattamente come tagliare il cordone entro 10 secondi invece che consentire la
trasfusione al bambino.
Primum non nocére:
il nostro dovere è quello di aiutare in ogni modo possibile il bambino che
viene al mondo, facendo tutto il nostro meglio… e questo non vuol proprio dire
richiedergli di essere un donatore e, tra l’altro, non consenziente! Nel consenso informato che la madre firma
viene detto “…sono stata inoltre rassicurata che la raccolta del sangue
placentare, dal cordone non comporta alcun rischio per il bambino perché viene
effettuata dopo la sua nascita”. Ma è proprio così? Mi chiedo quale madre
lascerebbe che qualcuno prelevasse il sangue dal braccio del bambino appena
nato, perché è come fosse la stessa cosa...
S&C - Come esponente di Lotus Birth Italia ci puoi
informare su quali sono gli scopi della vostra associazione?
S.H. - Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare le persone
sull’importanza del contatto prolungato bambino-placenta. Il Lotus Birth è solo
un’ulteriore estensione di questo contatto. Per arrivare a questa consapevolezza è
necessario conoscere l’importanza dell’organo placenta, troppo spesso
dimenticato, ignorato e comprendere quanto l’imprinting della nascita sia
presente nella nostra vita.
Per questo siamo disponibili ad incontrare
genitori, ostetriche e medici per diffondere questo messaggio al quale
crediamo profondamente. Da quando è uscito il libro di Shivam
Rachana, che abbiamo fatto pubblicare nel 2004, sono nati diversi bambini con
questo metodo, anche in ospedale. Il nostro compito consiste anche nell’essere
un “ponte di congiunzione” tra il mondo degli addetti ai lavori e i genitori
che si rivolgono a noi per consigli, indirizzi, documenti da presentare, avere
contatti con altre mamme che hanno fatto l’esperienza e via dicendo.
Ora, alcune istituzioni, su richiesta della
coppia, si sono rese disponibili a facilitare questa pratica, inserendolo nel
loro protocollo di nascita. E comunque la risposta alla domanda iniziale,
ossia qual è la motivazione di base, viene ben espressa dalle parole di Ibu
Robin Lim, l’ostetrica di Bali che ha vinto il premio Langer per la pace:
«Credo che l’inizio della vita dolce e sano sia il vero fondamento di una vita
felice. La pace nel mondo può venir costruita a partire da oggi, un bambino
alla volta».
S&C - Come si fa nel concreto a scegliere il Lotus
Birth? Quali sono le difficoltà che solitamente si incontrano e come si
superano?
S.H. - Spesso, il LB non viene nemmeno scelto… credo sia qualcosa di già
presente in molte persone alle quali appare da subito, come la cosa più
naturale del mondo. È solo una questione di “riuscire ad andare
oltre le abitudini e i condizionamenti”. E questo per quanto riguarda i
genitori, le ostetriche o i medici. Questo è quanto cercavo di spiegare prima
dicendo che il suo senso non è quello di considerarlo alla stregua di una
“tecnica”.
In genere, quando la scelta è motivata da un
impulso di consenso e determinazione interiore, le difficoltà oggettive vengono
superate: i condizionamenti della famiglia, le paure di alcuni operatori, gli
ostacoli burocratici o i falsi impedimenti giuridici. Anche l’ostacolo di avere il proprio bimbo
ancora collegato alla placenta per qualche giorno, non è allora un vero e
proprio ostacolo.
C’è ancora molto da fare per poter rendere la
nascita, in tutti i suoi aspetti, più amica del bambino e della mamma. Ma ogni
mamma che si interroga trova una risposta importante dentro di sé. Queste
risposte sono quelle che creano i cambiamenti. E il Lotus Birth è un profondo e potente
cambiamento.
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Susanna
Swapana Hinnawi
E’ insegnante di Breathwork e Counseling ICC
(Inner Child Codependency) da quindici anni e, dal 2002, si dedica con
particolare dedizione alla consapevolezza della nascita, promuovendone
l’aspetto educativo e informativo. È referente per l’Italia della nascita Lotus
Birth - www.lotusbirth.it
L'articolo è tratto da Scienza e
Conoscenza 26.